OPEN, il fact-checker di Facebook, pubblica QUATTRO FAKE news in tre giorni

Eschilo diceva che «in guerra la verità è la prima vittima»

Emblematico il caso di Open partner italiano di Facebook «nella lotta alla disinformazione»

… «Rendiamo i contenuti con disinformazione visibili a meno persone

Rifiutiamo inoltre le inserzioni con contenuti valutati dai fact-checker»

primo caso … cadavere di una donna sfregiato da una svastica incisa sul ventre

… prima a postare questa foto su Twitter è stata una deputata di Kiev, Lesia Vasylenko, il 3 aprile

4 aprile la foto è stata ritwittata da Oleksiy Arestovych Consigliere del Capo dell’ufficio del Presidente dell’Ucraina: «Il corpo di una ragazza che è stata torturata a morte a Gostomel»

… fotografata nella scuola numero 25 di Mariupol giornalisti occidentali

… «nel sotterraneo di una scuola di Mariupol utilizzata fino a pochi giorni fa come base dal battaglione Azov

a Open non è restato che rettificare: il 6 aprile ha rimosso il tweet e ha ammesso che la foto è stata scattata a Mariupol

sorvola però sul fatto che la donna si trovava all’interno di una base del battaglione neo-nazista Azov

… Anche Oleksiy Arestovych, consigliere di Volodymyr Zelensky, cancella il tweet

… Nello stesso articolo del 5 aprile … « Alina, sui suoi vicini di casa: “I grandi sono stati fucilati dai russi. Sono rimasti un bambino e sua sorella, che sono stati violentati a lungo, poi uccisi” … a una ragazza è stata disegnata una Z sul ventre»

… Da dove viene quest’altra storia dell’orrore? Dalla pagina Facebook della giornalista Alina Dubovksa, giornalista della testata ucraina Public

… ammette di non aver controllato la veridicità: «Non ero un testimone. La storia si basa esclusivamente sulle parole di un mio parente»

… «Tutta la Russia deve rispondere di questo!»

… La notizia fa il giro del mondo e sono in tanti a volerne sapere di più. A quel punto, la giornalista ucraina fa un passo indietro e nasconde il post

Open non si sente in dovere di informare i lettori della retromarcia della sua fonte

… Sempre il 5 aprile … «Asanbekovich e l’unità 51460: chi sono il comandante e la brigata accusati del massacro di Bucha»

Open pubblica anche una foto di gruppo degli additati massacratori dell’unità 51460

… il giornalista del Manifesto Luigi De Biase trova e intervista alcuni dei soldati raffigurati

… «la foto l’hanno scattata a Khabarovsk nel 2019 all’inizio della leva è tornato in Yakutia. Vive con la famiglia»

Nessuno si sente in dovere di smentire: né Open, né i quotidiani che avevano evocato le orde asiatiche e sparato contro i «macellai» della Yakutia

7 aprileOpen denuncia: «La Russia sta usando forni crematori per bruciare i corpi di donne e bambini»

… la fonte: «A dirlo è stata ieri la vicepremier dell’Ucraina Irina Vereshchuck»

… pagina ufficiale del ministero della Difesa ucraino: «Hanno distrutto i corpi di centinaia di cittadini torturati e assassinati»

… la foto è in realtà il fermo immagine di un video, pubblicato su YouTube il 26 agosto 2013

… postato da Turmalin, un’azienda che produce inceneritori … si tratta di un inceneritore di rifiuti animali e vegetali

I fact-checker di Open, invece, hanno pubblicato la notizia fornita dalla vicepremier ucraina senza verificarla. E non si sono sentiti in dovere di intervenire … Con buona pace di Eschilo

 

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