Appunti blog 34: GILBERT KEITH CHESTERTON (9)

Non sarebbe stato come vedere un gregge

che trova un prato per pascolare

ma come vederne uno che si costruisce la stalla,

non come una rondine che va a passar l’estate

ma come una rondine che si fa il villino per l’estate.

… Il fatto che l’uccello arrivi a fare il nido

e non sappia andare più in là,

prova che egli non ha un mente come l’uomo;

lo prova ancora più che se non costruisse niente.

… la prova di qualche cosa di assoluto e di unico;

che appartiene all’uomo e soltanto all’uomo;

che costituisce una differenza di specie

e non una differenza di grado.

Non è che una scimmia dipinga rozzamente

e un uomo abilmente;

non è che una scimmia inizi le arti rappresentative

e un uomo le porti a perfezione.

Una scimmia non fa niente;

non comincia a far niente;

non ci dà il principio del principio di niente.

C’è una linea netta di separazione

prima che la più scialba linea possa essere tracciata.

Non possiamo affermar nulla intorno al supposto animale

che dovrebbe essere l’anello di congiunzione

fra l’uomo e i bruti;

e ciò perché questo non è un animale

ma una supposizione.

Non possiamo esser certi che il pitecantropo

abbia compiuto atti religiosi

perché non possiamo esser certi

che sia esistito.

Esso non è che un’invenzione

fatta per riempire l’enorme iato fra le prime creature

che erano certamente uomini

e le altre creature

che erano certamente scimmie o altri animali.

 

(Gilbert Keith Chesterton, L’uomo eterno, Rubbettino editore, 2023, p. 49, 59, 65)

 

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