Dio concesse agli uomini un campo libero e vasto per le loro opinioni;

vasti furono i domini che volle assoggettare al potere e al libero arbitrio dell’uomo,

al quale fu dato di esser signore del mare e della terra,

di ribellarsi contro il suo Creatore,

di muover guerra al cielo,

di stringere patti e alleanze con gli spiriti inferi,

di assordare il mondo con il rumore delle battaglie,

di incenerire le città con il fuoco e con le discordie,

di farle rabbrividire con le scosse tremende delle rivoluzioni,

di rendere sordo il proprio intelletto alla verità, gli occhi ciechi alla luce,

e di lasciarsi fascinare dall’errore e trovare diletto nelle tenebre;

Dio permise alla sua creatura di fondare imperi e annientarli,

di costruire Stati e distruggerli,

di stancarsi di repubbliche, imperi e monarchie;

di abbandonare ciò che prima aveva desiderato

e tornare a ciò che prima aveva ripudiato;

di credere e difendere tutto, anche l’assurdo

di negare tutto, anche l’evidenza;

gli permise di dire Dio non c’è, io sono Dio,

di proclamarsi libero da tutte le potestà,

di adorare l’astro che gli dà luce, il tiranno che lo opprime, 

il rettile che striscia, l’uragano che ulula nelle regioni lontane,

il fulmine che si abbatte, il temporale che si alza e la nuvola che passa.

… All’uomo fu concesso di mettere sotto i suoi piedi la società dilaniata dalle discordie portate da lui, 

di abbattere i bastioni più sicuri,

di mettere a sacco le città più felici,

di far crollare gli imperi più vasti e famosi,

di far inabissare le più alte civiltà,

coprendo il loro splendore con la densa nebbia della barbarie.

Ma non è stato capace di opporsi per un solo giorno,

una sola ora, un solo istante,

all’infallibile compiersi delle leggi fondamentali

che governano il mondo fisico e quello morale,

che costituiscono l’ordine nell’universo e nell’umanità.

Il mondo ha visto e vedrà sempre

che ogni qual volta l’uomo fugge dall’ordine per la porta del peccato

è costretto poi a rientrarvi attraverso la porta del castigo,

questo messaggero di Dio che tutti raggiunge con le sue ambasciate.

 

(Juan Donoso Cortés (1809-1853), Saggio sul cattolicesimo, il liberalismo e il socialismo, Traduzione Giovanni Allegra, Rusconi, 1972, p. 430-433)

 

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