Appunti blog 03: JEAN SERVIER
È difficile ammettere che l’uomo avesse l’abitudine di brucare certe graminacee selvatiche
… Una tale ricostruzione dei costumi dei nostri antenati è inaccettabile.
In realtà, i cereali crudi, come l’amido che contengono, sono particolarmente indigesti per l’uomo:
è poco probabile, perciò, che egli abbia perseverato a mangiare semi che gli davano pesantezza di stomaco,
Nella speranza che qualcuno inventasse il pane
L’unica cosa che possiamo affermare è che i cereali appaiono contemporaneamente all’agricoltura
E che fin dall’inizio essi ricevano la stessa preparazione che ricevono ancora qua e là per il mondo: pane o farina
Le tradizioni antiche di tutte le civiltà, coscienti di questo mistero, affermano che le principali piante alimentari furono donate da dèi
… Non abbiamo mai traccia nelle leggende di fondazione delle civiltà tradizionali, di tentativi infruttuosi di coltivazione
L’archeologia non ci ha rivelato piante abbandonate dopo numerosi tentativi fatti per migliorarle
… Immaginiamo l’uomo delle caverne che si immerge nella natura
contando unicamente sui suoi muscoli potenti e su un cervello vergine.
Alcune migliaia di anni non gli sarebbero bastate per sperimentare tutte le piante,
assaggiarle, prepararle in modi diversi, fino a trovare la ricetta giusta
che gli permettesse di trar vantaggio da radici poco commestibili o decisamente velenose.
… poi … avrebbe dovuto diventare cow-boy, catturando uno ad uno tutti gli animali,
provando sistematicamente la loro buona volontà di lasciarsi addomesticare o di vivere in cattività
In breve, il nostro lontano antenato avrebbe dovuto, per sopravvivere, condurre un’esistenza da professore di museo di storia naturale,
oltre che una vita da cacciatore, e da selvaggina braccata dalle bestie feroci.
Doveva essere capace di riassumere tutta questa scienza e di trasmetterla senza scrittura, con l’aiuto di un linguaggio rozzo, per assicurare la sopravvivenza delle generazioni successive.
(Jean Servier (1918-2000), L’uomo e l’invisibile, Traduzione Giovanni Cantoni e Agostino Sanfratello, Rusconi, 1973, p. 294-295, p. 320-321)