Io credo che siamo un popolo vegetale. (…) Chi ha mai visto un albero in rivolta?

… com’è possibile che sopportiamo tutto questo? Perché non c’è una rivolta?

(Ana Blandiana sul regime di Nicolae Ceausescu, Panorama anno LX, n. 1, pag 77)

        

          Nella giornata di ieri si sono manifestati due eventi strettamente interdipendenti.

          1 – Il totalitarismo sanitario ha raggiunto un nuovo climax.

          2 – TUTTE le forze politiche, al di là di insignificanti dichiarazioni, hanno voluto o permesso una depauperazione straordinariamente grave della libertà e della dignità umane. 

          Si è permesso di dichiarare obbligatorio un trattamento sanitario sperimentale, e senza nemmeno l’alibi di una categoria lavorativa a rischio.

          Obbligatorietà che dovrà, però, essere “richiesta” dalle persone attraverso il consenso “informato” e la conseguente esenzione di responsabilità per chi fabbrica, distribuisce e inietta il farmaco!

          Non esiste, infatti, e non esisterà mai più (essendo stato eliminato il braccio del placebo), lo studio di fase III in doppio cieco che avrebbe dovuto dimostrare l’efficacia del farmaco e misurare tipo ed incidenza degli eventi avversi.

          Non esiste, inoltre, una farmacovigilanza attiva sugli effetti avversi generati dallo stesso farmaco sulla popolazione-cavia.

          Obbligatorietà decisa per evitare, secondo il governo, l’eventuale eccessiva occupazione di posti letto negli ospedali da parte di persone non inoculate.

          NESSUNO dei partiti ha fatto notare che una quantità non trascurabile di quei ricoverati (e dei morti) è costituita da poveri inoculati cui era stato promesso che sarebbero stati protetti da ospedalizzazioni e decessi.

          NESSUNO dei partiti ha fatto notare che le tasse per il SSN le pagano tutti in egual modo, e quindi con uguali diritti di cura!

          Addio, quindi, alla sanità universale garantita senza alcuna discriminazione, anche in caso di volontarietà o colpa nella malattia sopravvenuta (si pensi, ad esempio, agli alcolizzati, ai fumatori, agli autisti senza cintura di sicurezza, agli obesi, ai criminali feriti negli scontri a fuoco, ecc.)?

          Bisognerà attendere che questa sottospecie di esseri umani, questi subumani, queste persone cerebralmente incapaci di distinguere il bene dal male ed il giusto dall’ingiusto tornino, come ha detto Draghi, “ad essere parte della società con tutti noi”?

          Qualche organizzazione, caritatevole, cristiana ha qualcosa da obiettare?

          Questa Chiesa cattolica sempre pronta a pronunciamenti in difesa della dignità di perseguitati, clandestini, disadattati, emarginati, trova evangelica la definizione e la “separazione” dal consesso civile degli “appestati” in questo tempo infame?

          Qualche movimento, gruppo, ONG, antidiscriminazioni ha qualcosa da rilevare?

          Qualche società medica, che ancora ricordasse il giuramento di Ippocrate sottoscritto, sente la necessità di dichiarare pubblicamente la propria opposizione al diverso “trattamento” che medici, regolarmente iscritti all’albo, prospettano di riservare ad esseri umani, per natura, uguali?

          Panem et circenses è, davvero, l’unica richiesta di una folla inebetita e, perciò, pronta a calpestare la dignità dei figli di Dio?

          Nel momento in cui è limitata anche la libertà di movimento, nella gabbia rimane solo la ricerca della sopravvivenza: ciò non attiene alla creatura umana ma a quella animale.

          Mi chiedo: ha senso discutere di aborto, eutanasia, Vetus Ordo, lgbt, cambiamenti climatici, diritto al lavoro, crisi economica, e chi più ne ha più ne metta, quando si permette ad un governo di decidere se puoi uscire di casa, se puoi lavorare, se puoi acquistare qualcosa, dove puoi andare?

          Ha senso discutere di temi, certamente importantissimi, nell’unico recinto consentito, per ora, dal moloch della libertà “sanitaria”?

          Si può pensare di essere liberi di esprimere le proprie idee, per ora, nella sola piazza del Web senza, invece, poter partecipare ad incontri od organizzare riunioni, convegni, manifestazioni per l’enunciazione, il confronto e la difesa delle proprie idee?

          Nel momento in cui si violenta il mio corpo e la mia volontà io credo di no!

          Si è permesso al potere politico di “concedere” le più elementari libertà a persone oneste, mentre dovrebbero poter essere così gravemente limitate solo in conseguenza di una condotta criminosa!

          In questo amarissimo momento grande è la mia frustrazione e annichilente l’offesa perpetrata alla mia dignità umana.

 

Share: