Giacomo Leopardi: fu «un CATTIVO MAESTRO»
… si dedicano film, saggi, si celebrano perfino gli anniversari della sue poesie, come L’infinito
… «sto qui, deriso, sputacchiato, preso a calci da tutti, menando l’intera vita in una stanza…»
… Per lui «l’odio è di gran lunga il più durevole fra i piaceri»
… «gli uomini amano in fretta, ma detestano a tutto loro agio e a lungo»
… il suo elogio del delitto che è a suo dire «un atto eroico»
… Si faceva ipocrita e «untuoso», pur di ottenere qualcosa
… «ateo papalino»
… arrivando a deprecare «la malintesa libertà di pensare»
… più leale il cattolico fervente Monaldo che gli sconsigliò di travestirsi da clericale
… Voleva un incarico a Bologna, dove si trovava bene, con una «ben piccola fatica e piccolo tempo»
… fu ipocrita anche con suo padre: quando gli attribuirono la paternità dei Dialoghetti di Monaldo
… cerimoniosi carteggi col padre … definiva altrove quel libro paterno «infamissimo, scelleratissimo»
… Adulava i prelati, chiedendo favori, ma in privato li disprezzava, fino a definirli «coglioni»
… un odio verso l’umanità e molte città, come Firenze «fetidissima», e verso i romani e i napoletani
… disprezzo delle donne, soprattutto quelle che non ricambiavano il suo amore, fino a definirle «puttane»
… trovò nel tempo un fratello, Nietzsche
… come lui esaltò lo spirito guerriero, la giovinezza e la salute,
necessaria «a mantenere il vigore dell’animo e il coraggio che non saranno mai in un corpo debole»
… Il superuomo ante litteram
… Il responso finale è che fu «un cattivo maestro»
… Ma fu un genio. Grandezza della poesia, miseria della vita; nano in più sensi, gigante nella letteratura